Ero ancora ragazza, studentessa universitaria, quando ho sperimentato che la mia grave forma di dermatite atopica rientrava se facevo sparire cibi confezionati, troppe farine e pensieri ossessivi.

Una diagnosi attesa oltre 10 anni: tiroidite di Hashimoto.

In quel periodo facevo ricerche frenetiche su internet per avere risposte, consigli, conforto.

Ma in rete trovavo solo dei “no”, dei divieti, come a dirmi che non avrei più potuto godere del cibo.

Non ho mai accettato questo aspetto: come può la privazione aiutare a stare meglio?

Non ho mai creduto nell’efficacia delle liste di alimenti ultra restrittive: la sola idea di elenchi di cibi condannati non è forse causa di aumento dello stress?

Questo pensiero mi ha spinto ad approfondire la tematica nutrizionale e a scoprire come alcuni alimenti abbiano caratteristiche “calmanti” e rilassanti e a cambiare del tutto la mia vita, portandomi a diventare nutrizionista.

Se sei in una condizione di iperattività e forte tensione, di certo il cibo può placarti. Può nutrirti. Ci hai mai pensato?

Come si collegano stress e malattie autoimmuni?

“Sintomi insoliti, disagio, nausea costante e aumento di peso. Ciclicamente, raffreddore e infiammazioni delle vie respiratorie, mal di testa devastanti, perdita di capelli. Quando anche muovere un passo è incredibilmente faticoso, come camminare in un’aria densa, resistente”.

Sono solo alcune delle sensazioni, delle testimonianze condivise da chi soffre di una malattia autoimmune. Anche a me è capitato.

Eppure nessuno dà mai abbastanza importanza a queste sensazioni, a questi vissuti.

Un aspetto fondamentale che viene spesso trascurato è che le malattie autoimmuni possono essere scatenate non solo da stimoli patogeni, ovvero dalla presenza di batteri o virus, ma anche da grave o persistente stress.

Uno stress che è alimentato anche dall’incertezza della diagnosi, dalla scarsa conoscenza della patologia.

Come se non bastasse, l’autoimmunità porta a un’infiammazione, che espone al rischio di sviluppare altre malattie autoimmuni.

Che può voler dire ancora più visite e più tempo passato a sentirsi poco bene o alla ricerca di diagnosi.

Voglio farti un esempio che conosco molto da vicino: la tiroidite di Hashimoto.

È una malattia autoimmune che infiamma la tiroide ed è la causa più comune di ipotiroidismo.

Pelle secca, depressione, problemi gastrointestinali, fatica, ingrassamento, perdita dei capelli, ipersensibilità al freddo sono solo degli esempi dei vari sintomi che può generare.

Sintomi che spesso non vengono neanche presi come tali e dunque sottovalutati.

“Per quasi vent’anni mi hanno detto che i sintomi erano tutti nella mia testa, che non andavo abbastanza in palestra e non mangiavo bene.”

Una frase sentita troppe volte dalle persone affette da tiroidite di Hashimoto.

“Le persone giovani, soprattutto le donne giovani, con questi sintomi sono spesso additate come pigre, fuori forma, nervose, e ‘solo’ ansiose o depresse,” conferma Erica Lupinacci, cofondatrice di Suffering the Silence.

Provare un dolore cronico, avvertire dei sintomi e sentirsi etichettate come “malate immaginarie”, come se fosse tutto solo nella tua testa, è tra le cose più frustranti e stressanti.

Stress che non fa altro che alimentare l’infiammazione già in corso nel corpo. Un vero e proprio circolo vizioso.

Stress e infiammazione: cosa accade nell’organismo?

Quando viviamo una condizione di stress nel nostro corpo aumenta la reattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.

Come si traduce tutto questo? In un aumento dell’insorgenza di processi infiammatori.

In altre parole, il corpo, tramite le ghiandole surrenali, produce grandi quantità di cortisolo, il principale ormone antinfiammatorio.

Ma ad alti livelli di cortisolo corrisponde rialzo del livello glicemico, quindi insulino-resistenza che danneggia le cellule nervose e affatica il sistema immunitario.

Dunque lo stress alimenta la disfunzione del sistema immunitario alternato, agendo e peggiorando i sintomi delle malattie autoimmuni.

Quali sono i migliori cibi antistress dal potere calmante?

Voglio essere chiara, la privazione non farà altro che accentuare lo stress e tutti gli altri effetti a catena.

Evitiamo quindi di condannare l’ennesimo cibo colpevole di certi sintomi, oppure di eccedere con gli abusi di cibo o digiuno.

Ricorda che la base della tua problematica è l’infiammazione, non il cibo in sé.

Il segreto è piuttosto riconoscere quegli alimenti che possono avere sul sistema nervoso e sull’infiammazione effetti calmanti, rilassanti e sedativi.

Ecco alcuni spunti:

  • mantieni l’equilibrio idroelettrolitico con grande apporto di magnesio, sodio, potassio e cloro. In particolare, per rilassare l’apparato muscolare mangia alimenti ricchi di potassio: zucchine, banane, acqua di cocco, agretti, fagiolini, patate, avocado;
  • scegli alimenti ricchi in calcio e magnesio come semi, pinoli, frutta secca, formaggi freschi, meglio se di capra e sempre senza esagerare nella frequenza, legumi come lenticchie e ceci;
  • distendi il sistema nervoso con cibi ricchi di fitoestrogeni: fai uso della salvia come spezia, della frutta secca, ad esempio le mandorle, poi papaya e mango;
  • migliora la circolazione grazie a verdura cruda come finocchio, cetrioli, sedano, radicchio e frutta tipo uva, frutti di bosco, ananas, melone;
  • sostieni il fegato, soprattutto nelle fasi di terapia farmacologica, con verdure amare o dolci come pomodoro, che è detossificante e tonico, oppure carciofi;
  • fai attenzione all’equilibrio glicemico e alle relative oscillazioni glicemiche. Pasti non regolari, composti solo da primi piatti, da panini, magari senza alcun tipo di verdura, provocano continue oscillazioni di glucosio nel sangue. La circolazione cerebrale e le cellule del cervello “risentono” di questo squilibrio, aumentando l’ipertono nervoso e la produzione di ormoni dello stress.
  • mangia verdura. Ad esempio il cavolfiore, che ha un’azione sedativa sul sistema nervoso e sul dolore, oppure le zucchine, da preparare in pastella;
  • non rinunciare alla frutta. Mandarini, kiwi, mela o pera cotta, pesche, albicocche, prugne e banane in particolare ti aiutano a calmare le tensioni.

Ogni fonte di stress incide sulla nostra vita e sulla nostra salute.

Anche lo stress patito da piccoli, come un divorzio, un lutto, o un abuso, possono aumentare il rischio di ammalarsi di malattie autoimmuni in età più adulta.

Più è grande l’esposizione allo stress, più è probabile che ci si ammali.

Artrite reumatoide, psoriasi, malattie croniche intestinali, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, possono essere accentuate proprio dallo stress.

Tu che scelte stai adottando per gestire i tuoi sintomi? Digiuni, salti i pasti, eviti alcuni cibi per lunghi periodi e poi cadi nelle abbuffate?

Fai attenzione, questi approcci drastici ed estremi peggiorano ancora di più la tua condizione di stress. Così, anziché calmare i sintomi, in realtà li stai alimentando.

Qualunque sia la tua storia, qualsiasi sia la tua problematica autoimmune, spezza il circolo vizioso che porta lo stress ad acutizzare i tuoi sintomi e viceversa.

Il cibo è sempre tuo alleato, anche in questa sfida. Non privartene e gusta la vita!

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Biografia Rosa FloccoRosa Flocco, Biologa Nutrizionista, è laureata con lode in Neurobiologia dall’Università degli Studi di Pavia (2012). Si occupa di aiutare le persone con problematiche digestive, ormonali, tiroidee e affette da malattie infiammatorie, croniche e intestinali. Raggiunge risultati positivi attraverso l’insegnamento delle corrette pratiche di cottura e di abbinamento dei cibi.

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