Bruciore allo stomaco dopo i pasti, senso di pienezza e gonfiore.

Dolorosissime fitte, come fossero vere e proprie punture nell’addome accompagnate da un forte nodo alla gola.

Se vivi questa condizione e ti sei rivolta a un medico, molto probabilmente ti avrà parlato di gastrite.

In questo caso la parete interna del tuo stomaco potrebbe essere davvero infiammata.

Ma è sempre e solo questione di stomaco?

Gastrite: non solo stomaco

È vero, i sintomi che abbiamo appena descritto interessano lo stomaco. Eppure possono dipendere anche da fegato e intestino.

Il fastidio, quindi, non va sempre e solo attribuito allo stomaco.

Cosa fare in questi casi? Parti dall’ascolto del tuo corpo.

Guarda i sintomi

Partiamo dal presupposto che l’alimentazione giusta può ridurre notevolmente i sintomi, soprattutto quando lo stomaco non è a uno stadio di infiammazione troppo elevato, ma è in un certo senso in difficoltà.

Se iniziando ad adottare un’alimentazione personalizzata e mirata per ridurre la gastrite, i sintomi non migliorano, allora, con l’aiuto del tuo medico, devi indagare tutti i sintomi che avverti, che saranno i più comuni e fastidiosi dovuti alle gastralgie.

Attenzione a tutti gli organi coinvolti nella digestione

Come ho appena detto, a volte non è colpa dello stomaco se avverti certi disturbi. Un organo responsabile di questi sintomi può essere la cistifellea.

Ti faccio un esempio. Ragiona se quando mangi patatine fritte l’acidità peggiora.

Se questo non succede, allora non si tratta di stomaco infiammato, ma di difficoltà digestiva.

Eh già, cara amica, non tutti i fritti sono uguali e non solo la cottura fa la differenza.

Regolarizza i pasti

Stai saltando i pasti? Oppure sono irregolari? O addirittura non hai alcuna regola a tavola? Ecco perché il tuo stomaco si fa sentire.

Comincia a fare tutti i pasti: colazione, pranzo e cena.

Già dopo pochissimi giorni ti libererai dal fastidio di stomaco e dalla nausea. E potrai mangiare qualsiasi cibo senza avere alcun problema di digestione.

In questo caso non è tanto una questione di cibi più o meno indicati, piuttosto cerca di sederti a tavola, respirare e gustare un bel pasto caldo!

Gastrite Nervosa

Sì, esiste. Ti spiego subito il meccanismo biochimico.

La gastrite nervosa nasce quando periodi di fortissima tensione producono una stimolazione dell’asse cervello-surrene, ossia ipotalamo-ipofisi-surrene, che invia segnali allo stomaco e di conseguenza sono prodotti più succhi gastrici acidi.

Non è un caso che nei cambio di stagione o in periodi di forte stress, lo stomaco ne risenta.

Quindi, ricorda, stomaco e cervello sono sempre strettamente interconnessi.

Cosa mangiare per migliorare i fastidi legati alla gastrite?

Valutati tutti gli aspetti di cui ti ho appena parlato, se il tuo è un classico caso di gastrite, ciò che mangi può fare la differenza.

L’alimentazione gioca un ruolo essenziale per ridurre i sintomi delle forme acute e per agire in caso di pronto intervento.

Quali sono i cibi da evitare con la gastrite?

Formaggi

Latte e derivati sono da eliminare dalla lista dei tuoi cibi quotidiani. Formaggi e latticini, infatti, sono ricchi di calcio con ph basico e peggiorano la gastrite.

Si, però, al parmigiano!

Frutta

Attenzione alla frutta ricca di fruttosio, che in ambiente acido fermenta.

In caso di gastrite cronica evita anche la frutta cruda, che in ambiente acido produce immediata fermentazione con aumento di gonfiore e dolore.

Verdura

Da bandire anche la verdura cruda, in modo particolare quella ricca di ferro.

In modo particolare, evita:

  • radicchio,
  • indivia belga,
  • carciofi,
  • spinaci.

Se sei a dieta, magari iperproteica, con tante proteine e verdure, di sicuro lo stomaco potrà risentirne. Parla con il tuo medico di fiducia.

Carne

Tipica associazione della cucina italiana è quella tra carne e formaggio o affettati e formaggi. Soprattutto a cena sarà tra le cose più difficili da evitare.

Sposta la carne ad altri pasti. E ricorda che l’abbinamento ideale con la carne sono le verdure cotte.

Questa alternativa potrebbe aiutare molto il tuo stomaco delicato.

Cerca comunque di prediligere carni e pesci bianchi (vitello, pollo, tacchino, branzino, sogliola e coniglio).

Legumi

Anche i legumi sono da evitare. Se soffri di gastrite elimina ceci, fagioli e lenticchie, il tuo stomaco ne trarrà subito sollievo.

Quali sono le cotture da evitare con la gastrite?

Sai qual è uno dei pilastri del Metodo Flocco? Le cotture.

Il mio metodo, infatti, non si basa solo sui cibi, ma dedica grande spazio a come vengono preparati.

Ecco quindi qualche dritta per le cotture se soffri di gastrite:

  • no ai cibi bolliti. L’acqua di cottura aumenta i tempi di digestione e rallenta proprio le molecole enzimatiche che aiutano a sminuzzare meglio il cibo.
  • evita cotture al forno. Cottura ad alte temperature altera e denatura le proteine, rendendole ancora più indigeste.
  • non cuocere alla griglia. In questo caso si producono sulla superficie degli alimenti delle bruciacchiature tossiche e indigeste.
  • non riscaldare mai pasta o riso. La pasta, il riso, le patate non devono essere mai riscaldati: sono dei veri e propri pugni allo stomaco. Difficili da digerire e ancora più zuccherini. Se al lavoro sei abituata a riscaldare la pasta, prova con un altro cereale. Cous cous e quinoa sono un’ottima alternativa.
  • sì alle cotture al vapore e con l’olio. In fase acuta di gastrite o forte gastrite in gravidanza, queste cotture sono ideali. Attenzione solo a non scaldare l’olio da solo. E ricorda, il Metodo Flocco consiglia di cuocere insieme le verdure all’olio extravergine d’oliva.

Cosa bere quando si soffre di gastrite?

Ti sembrerà strano, eppure acqua e liquidi sono nemici dello stomaco quando non sono assunti correttamente.

La loro azione è di scaricare il contenuto gastrico verso il duodeno, facendo diventare il ph dello stomaco alcalino e di conseguenza lo stimolano a rilasciare più acido cloridrico.

Fondamentale è bere poco e a sorsi piccoli mentre si mangia, mentre è consigliabile bere di più lontano dai pasti.

Da evitare anche un consumo eccessivo di pasti liquidi quali brodo e minestrone.

In caso di improvviso attacco di gastrite, però, sono proprio due bevande ad avere un fantastico effetto lenitivo:

  • camomilla (non zuccherata e assunta a piccoli sorsi),
  • tisana di alloro (per ridurre fermentazione gastrica e aiutare i processi digestivi).

Inoltre, proprio la tisana di alloro, così come quella alla malva, è super da bere a colazione.

Reflusso esofageo: qual è l’alimentazione migliore?

Digestione lenta, disturbi della funzione biliare ed epatica, stipsi, oltre, ovviamente, al reflusso acido con rigurgiti e dolore.

Se alla gastrite si aggiungono questi sintomi, allora si tratta di reflusso esofageo.

Quali cibi evitare con il reflusso esofageo?

Il reflusso è per te un vero tormento, cara mia? Ecco alcuni alimenti da cui tenerti alla larga:

  • cibi antiossidanti e integratori che ne contengono grandi quantità. In particolare hanno un’azione irritante la vitamina C e il ferro,
  • i pomodori sono “pericolosi” per la loro acidità. Tutta colpa della vitamina C che è contenuta nel pomodoro crudo,
  • frutti di mare, per la loro sapidità che stimola i succhi gastrici,
  • alcolici, che risultano lesivi per la mucosa gastrica,
  • cioccolato, poiché attiva i succhi gastrici,
  • menta, peggiora il reflusso,
  • lieviti, causano fermentazione,
  • uovo crudo difficile da digerire,
  • pepe, è irritante.

In questo caso, oltre all’alimentazione, una possibilità di miglioramento della condizione del disturbo consiste nell’allenamento della cupola diaframmatica.

Studi di osteopatia, infatti, hanno dimostrato che lavorando con la respirazione il reflusso migliora.

Insomma, se usiamo il cibo in modo corretto e mirato per lo specifico disturbo, anche nel caso della gastrite o del reflusso possiamo subito trovare degli effetti davvero portentosi.

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Biografia Rosa FloccoRosa Flocco, Biologa Nutrizionista, è laureata con lode in Neurobiologia dall’Università degli Studi di Pavia (2012). Si occupa di aiutare le persone con problematiche digestive, ormonali, tiroidee e affette da malattie infiammatorie, croniche e intestinali. Raggiunge risultati positivi attraverso l’insegnamento delle corrette pratiche di cottura e di abbinamento dei cibi.

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