Siamo quello che mangiamo, recita un detto. E fino al mio incontro con la dottoressa Flocco ho sempre pensato che fosse un semplice modo di dire.
Il mio caso ha a che fare con ragadi e emorroidi, e ha origini lontane nella mia storia personale. Fin dalla mia infanzia ho sempre accusato problemi intestinali di origine psico-somatica causati dal mio carattere apprensivo, sfociati ora in coliti, ora in stipsi con episodi di emorroidi. Le cure ‘fai da te’ (olio di vasellina e pillole lassative di varia natura) e il fatto di non aver mai affrontato seriamente la questione in oltre cinquant’anni, hanno completato l’opera.
Dopo un primo episodio di forti emorroidi nell’estate 2015, rientrato dopo circa un mese dal suo manifestarsi, nel novembre 2017 ho iniziato nuovamente ad accusare dolore ma questa volta misto a bruciore. Il primo dei tre proctologi che ho incontrato mi ha diagnosticato le emorroidi, consigliandomi una pomata specifica.
Nonostante l’uso del farmaco la situazione è peggiorata: dolore e bruciore erano talmente forti che mi impedivano di svolgere le normali attività giornaliere come camminare, lavorare, dormire e guidare (ero costretto a fermare l’auto quasi ad ogni km perché non trovavo pace e il dolore lancinante mi impediva di rimanere seduto).
I dolori mi impedivano di vivere. Temendo il peggio, dal punto di vista clinico, ho interpellato un secondo specialista che ha riscontrato anche la presenza di ragadi; il medico mi ha prescritto una pomata cicatrizzante e lavaggi con un detergente specifico.
Non sapendo quali alimenti erano responsabili dei miei problemi visto che nell’esplusione, a contatto con la ferita, il bruciore aumentava, ho iniziato ad evitarli quasi tutti. In pochi mesi ho perso circa dieci kg.
Infine il terzo specialista, dopo la conferma delle precedenti diagnosi, mi ha proposto l’asportazione chirurgica della parte sporgente sulla quale si era formata la ragade.
Che fare dunque? Da un lato la prospettiva di liberarmi definitivamente (forse) di questo incubo mi spingeva ad accettare l’intervento chirurgico, dall’altro il pensiero di una ferita aperta post-operatoria in un punto delicatissimo, della degenza con medicazioni dolorose e la possibilità di recidiva, mi frenavano.
Il confronto quasi casuale con una collega di lavoro, già in cura dalla dottoressa Flocco, ha segnato la svolta al mio caso. Dopo solo un’ora circa dall’invio della mail dove sommariamente le spiegavo il mio caso, sono stato contattato per fissare un appuntamento da lì a tre giorni.
Con il suo approccio amichevole e al contempo professionale e pragmatico, la dottoressa mi ha trasmesso fiducia fin dal primo incontro. Il suo intervento si è basato su uno specifico regime alimentare, composto da ricette semplici da preparare e allo stesso tempo gustose, insieme all’assunzione di alcuni fitofarmaci.
Ogni dubbio che le sottopongo, in merito all’impiego o all’abbinamento di alcuni ingredienti, è dissipato quasi in tempo reale via mail o chat. L’aggiornamento quotidiano di un diario dei pasti aiuta entrambi a capire e correggere eventuali errori nell’utilizzo degli alimenti. Infine la mia perseveranza nel seguire scrupolosamente le indicazioni della dottoressa è un’ulteriore spinta verso il completamento dell’impresa.
A soli tre mesi dall’inizio della cura posso affermare che la strada per la guarigione è intrapresa: il bruciore è sparito del tutto e il dolore è sceso ben al di sotto della soglia di tolleranza, il che mi fa ben sperare per il futuro.
Alimentazione controllata e perseveranza: ho sperimentato su me stesso che ‘siamo quello che mangiamo’ non è un semplice modo di dire. Grazie di cuore dottoressa Flocco.